sabato, luglio 29, 2006

Riunione del 27-7-2006

Il Consiglio si è riunito in data 27-7-2006. Sono state adottate due delibere inerenti al riconoscimento di un debito fuori bilancio, relativo al risarcimento dei danni subiti da una giovane in un grave incidente motociclistico, causato da una buca nella via Is Mirrionis. E'stata invece rinviata a martedì l'elezione dei 2 vicepresidenti.

mercoledì, luglio 26, 2006

Domani si riunisce il Consiglio Comunale


Si riunisce domani il Consiglio Comunale.
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http://www.ufficiostampacagliari.it/comunicati/allegati/ConvocazioneConsiglioComunale27.7.pdf

martedì, luglio 25, 2006

Di Pietro in piazza si "autosospende", ma "che c'azzecca"?

Che c'azzecca, per dirla alla Di Pietro, un ministro in piazza contro una decisione presa dalla maggioranza che sostiene il governo di cui egli stesso fa parte. Con un'evoluzione cerchio-bottista l'ex magistrato dice di essersi "autosospeso", formula che non ha alcun significato pratico, nè dal punto di vista costituzionale, nè dal punto di vista politico. E palese la cotraddizione di un esponente politico che fa l'indignato in piazza e poi si siede accanto a chi vota il provvedimento contro il quale egli protesta. Gli Italiani sapranno giudicare tra qualche anno chi, essendo ministro, "non poteva non sapere"...

domenica, luglio 23, 2006

Articolo de "L'Unione Sarda" sui neo-eletti

Il battesimo dei neoelettiMoltissimi volti nuovi nell'aula stracolma Puntualissimi, come non capiterà più nelle prossime sedute. Il primo giorno di scuola non si può sgarrare, e la regola vale anche per i neo consiglieri comunali. Alle 17,45 i protagonisti della quattordicesima consiliatura sono tutti al secondo piano del palazzo di via Roma. E per una volta il Consiglio fa registrare il tutto esaurito: in aula, dove ci sono consiglieri, assessori, big di partito, e nelle due tribune al piano superiore, con un pubblico insolitamente numeroso. abbigliamentoBaci, strette di mano, pacche sulla spalla e abbracci si sprecano. La parola "auguri" e il classico "in bocca al lupo" non si contano. Molto gettonate le tre donne consigliere, Claudia Zuncheddu (accompagnata da un drappo con i quattro mori del Psd'Az), Marisa Depau e Maria Rita Petrini, impeccabili anche nei loro vestiti. Abito completo per i consiglieri uomini: qualcuno punta su colori chiari, ma la maggior parte ha scelto il blu scuro. Nei banchi del centrodestra tutti hanno la cravatta. Dalle parti dell'opposizione in cinque scelgono uno stile più sportivo, con camicia sbottonata sotto il collo e niente cravatta. soliti postiGli "anziani" si accomodano nei loro posti, quelli occupati nell'ultima consiliatura. I nuovi (alla fine, dopo la surroga dei consiglieri passati assessori, gli esordi in via Roma sono in tutto 19) si accomodano nei banchi del loro schieramento, dopo aver ritirato la scheda personale (che serve per votare) e il regolamento dell'aula. Sono proprio le prime votazioni a regalare sorrisi e battute per qualche problema nell'inserimento della scheda. volti nuoviTra i più nervosi ed emozionanti c'è Alessandro Serra (An). La nomina di Edoardo Usai ad assessore gli spalanca le porte del Consiglio. «Ammetto di non aver dormito - commenta l'ex presidente della circoscrizione numero 1 - per l'emozione. Quando mi sono seduto il primo pensiero è andato a mio padre Manfredi, capo gruppo proprio in quest'aula dell'allora Msi. Mi metterò subito a lavoro per proseguire le battaglie iniziate in consiglio circoscrizionale». Viso rilassato e volto sereno per Massimo Zedda (Ulivo), il consigliere più giovane con i suoi trent'anni: «Ho lavorato tanti anni nella segreteria del partito dei Ds - dice - e conosco i procedimenti del Consiglio e tutte le persone. Nessuna emozione, solo la responsabilità per essere passato dall'altra parte della barricata, dentro l'istituzione». Inutile iniziare con proclami: «Ma posso garantire che darò il mio contributo nelle politiche giovanili, perché ho ricevuto moltissimi voti dai miei coetanei». Dopo quindici anni spetta a Claudia Zuncheddu riportare i valori del Psd'Az nell'aula di via Roma. «Siamo una novità e voglio portare un vento nuovo in Consiglio. Soprattutto spero di contribuire ad avvicinare la politica alla base del partito e soprattutto alle gente». Con lei una bandiera, formato tascabile, con i Quattro mori: «Ha girato il mondo insieme a me, e ora è tornata a casa». Seduto nei banchi del centrodestra è il rappresentante della lista Lavoro & quartieri: «Entro in Consiglio - spiega Claudio Tumatis - senza appartenenze partitiche. Forse per questo ho dormito bene e sono arrivato fin qui tranquillo. Sarà anche un po' di sana incoscienza. Punto a dare il mio contributo acquisito soprattutto nel mondo sportivo». Con Giandomenico Sabiu rappresenterà una mina vagante tra i due schieramenti tradizionali. Carlo Andrea Arba, consigliere della lista Un'altra Cagliari, sorride: «Mi sembra normale essere emozionato. Essere qui significa rappresentare gli elettori che ti hanno votato». Un impegno? «Sosterrò il programma indicato in campagna elettorale da Sabiu. E poi vedremo come si comporterà la giunta». Dopo il battesimo, i nuovi consiglieri sono pronti per la quattordicesima consiliatura. Matteo Vercelli
21/07/2006

venerdì, luglio 21, 2006

Grazie a tutti!


Telefonate, S.M.S., incontri: non so se saranno sufficienti. Avrei voglia di abbracciare tutte le persone che in questa impegnativa campagna elettorale mi sono state vicine. Ieri sera è successo tutto all’ultimo momento. Avevamo perso le speranze, ma poi abbiamo visto spuntare Edoardo Usai spuntare dalla stanza del sindaco con un sorriso al posto della precedente espressione tirata: “Alessandro, rimettiti la giacca! Stai per diventare consigliere comunale”. L’amico e stimato assessore Campus si è commosso ricordando mio padre, sono cominciate le chiamate ai familiari, agli amici e sono andato lì, verso quel fatidico banco in fondo, a destra. E’ un’emozione che augurerei a tutti i miei coetanei. “Non può finire male” pensavo mentre nel pomeriggio percorrevo a piedi i portici della via Roma, squarciati dal sole cagliaritano. Pensavo agli amici, ai parenti, ai conoscenti che mi sono stati vicini, a tutti quelli che in questi giorni mi hanno chiesto notizie, a mia madre che aspettava a casa: questa vittoria è la vittoria della lealtà di chi ha mantenuto la parola e in campagna elettorale non mi ha ingannato, non si è fatto "comprare" dalle solite vane promesse elettorali. Grazie di cuore a tutti! Ora, finalmente, si può tornare ad operare per la nostra città, a cominciare dalle battaglie iniziate in Circoscrizione.

martedì, luglio 18, 2006

Protestano anche i farmacisti


Mercoledì le farmacie resteranno chiuse per protestare contro il decreto-Bersani, che ammette la vendità di medicinali nei supermarket. Verranno comunque garantiti i servizi minimi.

Ricordiamo il magistrato-eroe

Il momento in cui venni a sapere della morte di Paolo Borsellino mi è rimasto impresso nella mente. Mi trovavo a Genova per il matrimonio di un cugino ed avevo appena ricevuto i regali per il mio compleanno. Con mio zio prendemmo un taxi per fare un giro della città e, mentre la radio gracchiava qualcosa di incomprensibile, il tassista si voltò verso di noi con l’aria triste: “Ne hanno ammazzato un altro”- ci disse-. Al ritorno in albergo vidi quelle immagini allucinanti, lo sconforto di un’intera nazione, la rabbia verso le autorità, il dolore dei parenti. Per noi che iniziavamo ad affacciarci alla politica Borsellino era diventato un esempio e spesso nelle nostre sedi si parlava di lui, di Falcone, degli agenti della scorta. Ricordo anche che l’anno seguente, per i miei 18 anni non ho voluto fare nessuna festa, perché avevamo deciso di fare un volantinaggio con i ragazzi del FdG in memoria del magistrato-eroe. Domani, come ogni anno, questi ricordi personali che si intrecciano con uno di quei rari eventi che uniscono la nostra nazione torneranno alla mia mente. Non dimentichiamo Falcone, Borsellino e gli agenti della loro scorta!

C'è missione e missione...

Troppi girotondi hanno fatto girare la testa al governo Prodi: ieri dicevano no alla guerra senza se, senza ma e senza però, rifiutavano l’etichetta della missione di pace; oggi, appena collocate le terga sopra l’ambita poltrona, inviano subito una missione di pace in Israele. Cosa avranno di diverso queste missioni rispetto alle altre contro le quali ulivisti, centri sociali e spacca-vetrine vari si erano scagliati? Forse che faranno cantare “in the navy” dei village people sulla Durand de la penne o “immagine” ai soldati italiani per far cessare il fuoco in Terra Santa? Metteranno dei fiori nei loro cannoni? Isseranno la gaia bandiera pacifista al posto di quella di guerra? Faranno l’amore e non la guerra? Gli uomini della sinistra si arrampicano sugli specchi con espressioni che non vogliono dire niente- tipo “equivicinanza”- e ricordano tanto la politica anni ’80, quando dietro ad un linguaggio politico criptico, per iniziati – ricordo celebri espressioni come quella delle “convergenze parallele”- si cercava di nascondere il vuoto pneumatico di una classe dirigente incapace di affrontare le grandi questioni della nazione, rimandandole sempre a “tempi migliori”. Nell’attesa, si scaldano le poltrone, si occupano le Istituzioni con uomini propri, si graziano gli assassini e si spacciano per riforme provvedimenti senza capo né coda. Viene da chiedersi che fine abbiano fatto i giro-tontisti, gli intellettuali impegnati e pluripremiati, i premi Nobel, i premi Strega, quell’Italia che ripudia la guerra con la erre moscia.

Il governo fa marcia indietro, vittoria dei taxisti!

«Abbiamo vinto, scompaiono il cumulo e la doppia targa, hanno accettato le nostre proposte anche per quanto riguarda la possibilità di avere il secondo conducente». Queste le parole dei rappresentanti dei taxisti all'uscita dal confronto con il governo. La stampa progressita, intanto, continua a cecare di minimizzare la questione e a porre l'accento sugli episodi di violenza -comunque da condannare- che si sono verificati anche ieri. I politici della "sinistra al caviale" si sono aggrovigliati in una posizione contraddittoria anche sul diritto di manifestare. "I Taxisti non sono padroni delle città" avevano detto, come se le uniche manifestazioni libere, legittime e democratiche fossero quelle dei loro amici e fiancheggiatoi, "giottini sfascia-vetrine" e centri sociali compresi. Riprendendo quanto ho scritto in un post precedente, ripeto: ma con chi credevano di avere a che fare? Viva i taxisti!

lunedì, luglio 17, 2006

Taxisti ancora in piazza

I Taxisti sono ancora in piazza per protestare contro un decreto che penalizza gravemente la categoria, mettendo in pericolo la serenità di migliaia di famiglie italiane che vivono di questa attività. Non lottano per chiedere privilegi o aumenti: protestano per chiedere di poter lavorare, per poter assicurare a sè stessi ed ai loro cari un'esistenza dignitosa. A loro, nel mio piccolo, va tutta la mia solidarietà.

venerdì, luglio 14, 2006

Droga, Gasparri: "Giù le mani dalle comunità!"

Roma - “E’ vergognoso ed inaudito che in Parlamento, invece di sostenere l’azione benemerita delle comunità che recuperano i tossicodipendenti e combattono la droga, ci siano parlamentari come Cancrini che chiedono addirittura la chiusura di San Patrignano e della Comunità di Don Gelmini”, ha dichiarato l’on. Maurizio Gasparri dell’Intergruppo parlamentare per la libertà dalla droga.“Il governo, rappresentato in questa occasione da Mastella, si è comportato in maniera pilatesca. Eppure Mastella, che ben conosce soprattutto Don Gelmini, avrebbe dovuto con parole chiare mettere a tacere chi contesta l’azione di persone e realtà benemerite. Evidentemente anche Mastella per conservare il posto deve accettare l’armata brancaleone di cui egli stesso fa parte”.“Le comunità vanno difese così come la legge Fini-Giovanardi ha sancito. In Parlamento bisogna parlare di come combattere la droga, non di come combattere chi combatte la droga. Cancrini con questa inaudita iniziativa si è reso sostenitore dei diffusori delle sostanze stupefacenti. Gli spacciatori applaudiranno come tutti coloro che portano avanti la cultura della droga e della morte che trovano in Cancrini un convinto sostenitore e nel governo una presenza assolutamente incapace di garantire i valori umani che dovrebbero essere alla base della convivenza civile. La droga si combatte soprattutto con la prevenzione ed il recupero, e quindi con le comunità”. “Giù le mani dalle comunità. Non consentiremo politiche di aggressione come quelle attuate da Cancrini e dai comunisti che ancora oggi rappresentano un’ideologia nefasta e pericolosa. Cancrini si occupi piuttosto dei massacri compiuti in nome di quell’ideologia alla quale ha implorato un posto in Parlamento”, conclude Gasparri.

“Stai dicendo a me? Ma con chi….credi di avere a che fare?” – dice con rabbia Robert Deniro nel noto film “Taxi driver”. Forse è questa la domanda che migliaia di tassisti stanno rivolgendo al Governo Prodi e a chi lo sostiene. Con chi credono di avere a che fare quando dicono che lo sciopero dei tassisti è illegittimo, dopo che si sono giovati di centinaia e centinaia di scioperi politici durante il mandato del presidente Berlusconi? A chi stava parlando Prodi quando durante la campagna elettorale ha detto che avrebbe sentito tutti, utilizzato la concertazione, messo d’accordo anche i cani con i gatti? Con chi crede di avere a che fare quando propone una riforma che manderebbe in rovina tanti lavoratori: persone che hanno famiglia e che hanno fatto tanti sacrifici per avere un taxi. I tassisti non sono in gita infrasettimanale come i tanti manifestanti portati a spasso per le piazze dall’Ulivo e dai sindacati durante il governo del centro-destra: stanno difendendo il loro diritto a lavorare, quello sancito dalla Costituzione che la sinistra ci sventola sotto il naso un giorno si e l’altro pure, ma si scorda sempre di leggere e rispettare! Con chi credono di avere a che fare i giornalisti progressisti quando definiscono “fascisti” i manifestanti, cercando, secondo loro, di sminuire e squalificare il dissenso verso una politica iniqua, scellerata, che come giustamente ha sottolineato qualcuno, mostra un governo forte solo contro i deboli? La proposta del governo Prodi, è evidente, è una “spedizione punitiva” post-elettorale, che minaccia tanti lavoratori e favorisce i grandi gruppi industriali. Ma con chi crede di avere a che fare?

giovedì, luglio 13, 2006

Il piagnisteo francese contro i tetra-campioni

Quando Francesco Totti sputò un avversario gli Italiani chiesero scusa e non fecero la sceneggiata vittimista che viene recitata dal numero 10 francese e dai suoi sostenitori. Nessuno chiese al romanista se fosse stato provocato o meno: si beccò la squalifica e tutti zitti! Ora Zidane appare sugli schermi delle televisioni d’Oltralpe come se fosse una verginella deflorata con la violenza da Materazzi. Abbiamo vissuto un mondiale in cui gli insulti nei confronti degli Italiani da parte dei Tedeschi e dei Francesi ormai non si contano più e in cui giornalisti ed opinionisti hanno irresponsabilmente alimentato questa vergognosa pratica, con grave irresponsabilità, perché avrebbero potuto causare anche degli episodi violenti, che solo la civiltà dei nostri tifosi ha evitato (non siamo certo hooligans!) Siamo stati continuamente e deliberatamente insultati in modo razzista: si sono abbassati a scrivere “Mafia in finale”. Ed ora vorrebbero far passare per razzista un nostro giocatore? L’azzurro, come ammesso anche da Zidane, non ha proferito alcuna frase razzista: ha fatto qualche riferimento non certo galante alla sorella dell’avversario. Non è il massimo della sportività, ma bisogna dire che Materazzi a sua volta ha risposto ad un atteggiamento provocatorio da parte del francese che gli ha offerto ironicamente la propria maglia. Sono episodi che capitano e l’interista ha fatto bene a non farsi mettere i piedi in testa quando, dinanzi all’inerzia della terna arbitrale, si è alzato in piedi dicendo che quell’episodio era stato visto da tutto il mondo. La nazionale francese in passato ha dimostrato di non saper vincere con stile ed ora di non saper perdere, riducendo la finale all’episodio in questione e dimenticandosi, ad esempio, del rigore inesistente fischiato a loro favore. Noi abbiamo conosciuto il gusto amaro della sconfitta, ma abbiamo saputo perdere. Ora abbiamo saputo vincere, alla faccia di chi ci ha insultato e anche degli stessi nostri connazionali che all’inizio del cammino invitavano a tifare il Ghana e poi hanno fatto la gara per farsi riprendere accanto ai vincitori. Les italien sono tetra-campioni! Un'ultimo cenno all'ennesima sortita del senatore Cossiga: ha annunciato più volte che si sarebbe ritirato dalla politica e non lo fa fatto. Almeno ci risparmi i suoi sermoni sul calcio!

mercoledì, luglio 12, 2006

I bastardi hanno colpito di nuovo

Ancora una volta una strage nella quale pare ci sia lo zampino insanguinato di Al Qaeda. E mentre a Bomabay si contano le vittime, in Italia c'è ancora di cerca di mettere in galera coloro i quali hanno difeso la nazione dal pericolo terroristico.

martedì, luglio 11, 2006

Zapatero non si genuflette?

Qualche politico nostrano, tra coloro i quali osannano il premier spagnolo, ha accolto con grande entusiasmo il fatto che Zapatero non sia andato alla messa del Papa e ha commentato: "Non si genuflette". In realtà prima delle elezioni il poltico iberico si è genuflesso -e come- dinanzi a Giovanni Paolo II. Sono evidenti, pertanto, l'incoerenza, la demagogia ed il populismo di un politico che, disertando la Messa celebrata dal Papa, ha fatto qualcosa che nemmeno Castro, Jaruzelsky o Ortega si sono sognati di fare. Intendiamoci, non che fosse obbligato a farlo, ma almeno non muti atteggiamento a seconda della convenienza politica del momento. E i politici italiani, almeno per una volta, evitino di celebrare come eroi questi campioni di incoerenza.

venerdì, luglio 07, 2006

Chi attacca Prodi o è un fascista o è una spia!

Chi non è d’accordo col Governo Prodi o è un fascista o una spia: questo sembra emergere dalle righe di alcuni giornali, anche della stampa locale. Leggo su “Il Giornale di Sardegna” di oggi un pezzo molto simile a quanto pubblicato sul sito di Repubblica qualche giorno fa nel quale si cerca di delegittimare la protesta dei tassisti non sulla base di argomentazioni, ma affermando che essi sono solo dei fascisti. Posto che i tassisti hanno poco da imparare da un Governo che appoggiato da un partito che predica la rifondazione del comunismo e che annovera tra i suoi fedelissimi anche ex terroristi. Né hanno molto da imparare da chi ha disposto, proprio tra i primissimi atti, la discutibile grazia a Bompressi senza neanche fare una telefonata ai familiari della vittima, che era un servitore dello Stato caduto sul campo. Cosa vuol dire che i tassisti sono pericolosi seguaci del Duce? E’,forse da fascisti, rivendicare i propri diritti? E’ da fascisti ribellarsi alla poltica punitiva del Governo ulivista? Il giornalista locale “bacchetta” anche An, sostenendo che essa non avrebbe condannato l’aggressione a Mussi, ma o si è perso le dichiarazioni di Gianfranco Fini o ha finto di non sentirle. Vengono citate poi a sproposito le varie aggressioni a Berlusconi, che, secondo l’estensore dell’articolo, sarebbero state enfatizzate, ma si dimentica che l’ex premier non ha sporto denuncia contro il trinariciuto aggressore del treppiede. Sono questi anche i giorni in cui un giornale certo non vicino alla sinistra viene perquisito e si accusa un vicedirettore di essere una spia dei servizi segreti italiani: Farina sarebbe “l’agente Betulla”. Insomma, chi attacca Prodi o è un fascista o è una spia. Ma, al di là dell’ironia che possono suscitare queste spericolate arrampicate sugli specchi di chi cerca di coprire le proprie difficoltà a governare la nazione, occorre fare una riflessione: da che parte stanno questi signori? Dalla parte dei terroristi o da quella di chi garantisce la sicurezza in Italia?